*La versione italiana si trova sotto
24.05 o 17:00 zapraszamy do Niebostanu. O regionie Veneto (Wenecja Euganejska) opowie Filippo Abisso, nauczyciel włoskiego w Szkole AL DENTE oraz twórca Il Magnifico Centrum Włoskie.
Czy Veneto to najpiękniejsze miejsce na ziemi? A może bastion nacjonalistów (lub secesjonistów!), gdzie wszyscy mówią w dialekcie? Kiedy najlepiej zwiedzić Wenecję i gdzie ukryte są perełki tego miasta nieznane turystom? Jaką reputacją cieszą się mieszkańcy regionu wśród innych Włochów?
Na te i inne pytania odpowie nasz gość już w niedzielę 24.05.
Spotkanie jest darmowe i otwarte dla wszystkich (zapraszamy już od poziomu A1+).
Będzie to doskonala okazja do kontaktu z żywym językiem! Serdecznie zapraszamy.
Na spotkanie zapraszają:
Szkoła Języka Włoskiego AL DENTE
www.wloski.org
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Il Magnifico Centrum Włoskie
http://
https://www.facebook.com/
Niebostan, ul. Piotkowska 17
https://www.facebook.com/
PassaParola.pl – strona z materiałami do nauki języka włoskiego
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[ITALIANO]
Il 24 maggio alle ore 17 vi invitiamo al club-caffè Niebostan. Filippo (originario di Treviso) racconta del Veneto.
L’evento è gratuito e aperto a tutti (a partire dal livello A1+).
Sarà un’ottima occasione per praticare la lingua viva!
Vi invitiamo calorosamente all’incontro.
*Filippo Abisso
Sono nato nel 1976 in provincia di Treviso da madre veneta e padre siciliano. Ho vissuto in Veneto fino alla fine dell’Università, che ho frequentato a Venezia Ca’ Foscari.
Una volta, al tempo dei miei nonni, il Veneto era una regione molto povera e malsana, piena di zanzare e umidità. Le zanzare e l’umidità ci sono ancora, ma la zona è stata bonificata e si è arricchita, soprattutto grazie al duro lavoro degli abitanti. In tutta Italia i Veneti hanno reputazione di grandi lavoratori e lo stereotipo per quanto ne so è quasi sempre vero. Anche a casa mia lavorare (o nel mio caso studiare) duramente era un diritto-dovere ribadito ogni giorno.
E così, come premio alla fatica e alla devozione al lavoro, ho visto nascere ovunque villette con giardino, centri commerciali e il paesaggio agricolo piano piano si è urbanizzato. Sono però rimaste tante viti. Il vino da noi costa anche meno dell’acqua, già da bambino cominci a berlo a piccole dosi. A partire dal ginnasio andavi fuori in comitiva con gli amici e ordinavi litri di vino. Buono e economico. Si beveva, si mangiava, si faceva confusione.
Ora è tutto diverso, ma durante i miei studi non ricordo (tra scuola elementare, media, superiore e università) un solo compagno straniero. Al massimo un paio di meridionali che si distinguevano per l’accento e perché non parlavano in veneto, ma in italiano. Non parlare in dialetto veneto veniva visto con una certa diffidenza, quasi tutti lo preferivano all’italiano, anche nell’ambiente di studio o lavoro.
Era un ambiente provinciale, insomma. Appena ho potuto l’ho lasciato per fare esperienze all’estero: Grecia, Russia, Ucraina e alla fine Polonia. Torno però abbastanza spesso perché in Veneto ci sono la famiglia, qualche amico che non è emigrato e anche un paesaggio che trovo unico al mondo come quello della laguna di Venezia.